La chirurgia delle palpebre è per definizione appannaggio del chirurgo oculista perfezionato in chirurgia oftalmoplastica.
Si tratta di un tipo di chirurgia che necessita di una specifica competenza in quanto tratta di una regione o meglio di una unità estetica che associa all’elevato rischio estetico, complesse esigenze di funzionalità e problematiche sempre diverse a seconda del tipo di lesione asportata.
Unità estetica palpebrale
Nel trattamento delle neoformazioni palpebrali è fondamentale lo studio della unità estetica perioculare che rappresenta un’area estremamente importante e delicata per le caratteristiche anatomiche (cute molto sottile e muscoli con elevati livelli di specializzazione e funzione), fisiche (tensione ed elasticità), presenza di pliche e solchi di espressione, rapporti con i piani ligamentosi ed ossei profondi.
Queste peculiarità rendono la regione perioculare particolarmente predisposta a patologie distrettuali che spesso necessitano di procedure chirurgiche che sia nella fase di asportazione delle lesioni che di ricostruzione rispettino le caratteristiche estetiche e funzionali.
Estetica e funzionalità
L’estetica delle palpebre è fondamentalmente legata alla sua simmetria con la palpebra controlaterale, al taglio (caucasico o orientale), alla presenza della piega occidentale, ai rapporti con il sopraciglio.
La funzionalità delle lamelle palpebrali è strettamente connessa alla funzione visiva e alla protezione dell’occhio, alla sinergia con i movimenti del bulbo e all’ammiccamento rappresentando una parte essenziale nella struttura della superficie oculare.
Intervento di asportazione delle neoformazioni
Per quanto riguarda l’asportazione delle neoformazioni palpebrali è fondamentale diagnosticare sempre con sicurezza la natura delle lesioni mediante un esame istologico. Indipendentemente dalla scelta della tecnica chirurgica e dalla bontà dell’esecuzione (chiusura diretta classica, round block, lembo o innesto cutaneo, guarigione per seconda intenzione) è fondamentale ricordare che il risultato finale è sempre una cicatrice visibile.
Il risultato cicatriziale può essere a rischio per la inadeguatezza del tipo di sutura utilizzata, per le caratteristiche della cute palpebrale, per la direzione (nel volto tutte le escissioni sono in rapporto con pieghe e rughe naturali). Esistono pazienti a rischio per l’età (adolescenza), per genetica (hanno già sviluppato pessime cicatrici senza un motivo evidente o hanno parenti che cicatrizzano male), per scarso controllo postoperatorio. È importante sottolineare che la miglior prevenzione delle cattive cicatrici è paradossalmente evitarle, cioè non fare asportazioni eccessivamente aggressive sia per le lesioni benigne dove può essere sufficiente uno shaving sia per le lesioni maligne dove è importante calibrare il livello di escissione radicale e sicura con le problematiche della ricostruzione conseguente.
Le neoformazioni sospette o francamente maligne vengono trattate con protocolli diagnostici (fotografia digitale e studio al microscopio operatorio) e tecniche di marcatura intraoperatoria che permettono di ottenere risultati oncologici sovrapponibili alla chirurgia con tecnica MOSS (esame istologico al congelatore intraoperatorio) con semplicità e costi notevolmente inferiori. L’esame istologico, che viene eseguito da specialisti in anatomia patologica con provata esperienza per le patologie orbito-palpebrali e cutanee, fornisce informazioni sulla natura, benigna o maligna, delle cellule presenti sul frammento prelevato con la biopsia.
Oltre alla tecnica chirurgica, al tipo di sutura, al rispetto delle linee estetiche e alle forze di tensione è importante la sterilità della chirurgia ed il livello di contaminazione postoperatoria per cui sono necessari terapia antibiotica sistemica e controlli postoperatori programmati.
Durata dell’intervento
Gli interventi sulle neoformazioni palpebrali hanno una durata variabile in relazione al tipo (patologie infiammatorie), neoplasie (benigne o maligne), estensione (grandezza), invasività (interessamento delle vie lacrimali, orbita, bulbo oculare), rapporti con malattie sistemiche. In alcuni casi che necessitano di ricostruzioni complesse si possono utilizzare lembi cutanei e/o innesti derivanti da tessuti limitrofi o da altri distretti (regione retro auricolare, frontale, naso etc.). Altri interventi di plastica palpebrale vengono eseguiti utilizzando presidi e biomateriali certificati e tracciabili.
Il trattamento e la cura delle cicatrici viene sempre programmato con l’utilizzo di procedure di Medicina Rigenerativa.
Tipo di anestesia
Quasi tutti gli interventi sulle palpebre possono essere eseguiti in anestesia locale associata a sedazione vigile.
Punti di sutura
I punti di sutura in genere vengono asportati dopo 5/7 giorni con una procedura assolutamente indolore.
Il Dott. Garzione è disponibile per valutare la necessità di asportazione di neoformazioni palpebrali.
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