Le tecniche chirurgiche

La chirurgia orbitaria è una chirurgia di altissima specializzazione inconsueta per la maggior parte degli oculisti.

Essa presuppone una corretta conoscenza dell’occhio, dell’orbita e delle strutture limitrofe (seni nasali e paranasali, cranio).

In genere i tumori dell’orbita vengono aggrediti attraverso la via più diretta e quindi la maggior parte delle orbitotomie (interventi sull’orbita) viene eseguita attraverso un’incisione palpebrale.Le procedure che utilizzano la incisione cutanea trans palpebrale hanno minori complicanze anche se può residuare una cicatrice visibile.

Dopo un intervento con questo tipo con qualsiasi tecnica chirurgica bisogna aspettarsi una limitazione transitoria dei movimenti del bulbo oculare, deficit di apertura della palpebra superiore (ptosi), emorragie ed edema della congiuntiva e delle palpebre, esoftamo ed in qualche caso enoftalmo.

Una midriasi (dilatazione pupillare non reagente alla luce) si manifesta più comunemente se viene aperto il cono muscolare.
La percentuale di complicanze naturalmente aumenta drasticamente se la localizzazione del tumore è intraconica (vicina al bulbo oculare o al nervo ottico) o prossima all’apice orbitario.

Una possibilità di ridurre la aggressività dell’intervento è data dalla via transcongiuntivale anche se questa tecnica chirurgica è riservata solo ad alcune tipologie di tumori o lesioni localizza zio nell’orbita anteriore. Questo tipo di approccio è sempre più utilizzato dagli oftalmologi soprattutto per il trattamento delle fratture della parete inferiore dell’orbita.

La chirurgia dell’orbita segue nella sua organizzazione regole estremamente rigide:

  • Programmazione dell’intervento sulla base dell’esame dell’occhio e dell’orbita, di esami radiologici (TAC e/o Risonanza Magnetica)
  • Pianificazione del piano operatorio sula base del tipo di lesione, della sua grandezza e caratteristiche, della sua localizzazione, tipologia (quando possibile), grandezza e diffusione.
  • Valutazione dell’eventuale collaborazione con il neuroradiologo o l’otorinolaringoiatra.
  • La scelta dell’anestesia sulla base delle condizioni generali : buona parte della chirurgia orbitaria viene eseguita in narcosi o anestesia locale con sedazione. Raramente è necessaria la terapia intensiva o trasfusioni di sangue.
  • Sorveglianza nel periodo post operatorio: Il decorso post operatorio di un paziente operato per un tumore dell’orbita dipende dall’entità dell’asportazione e dalle caratteristiche della ricostruzione. Per i tumori di piccole dimensioni la degenza può essere giornaliera (day surgery) ma tumori di grossa entità possono richiedere diversi giorni di degenza.
  • La durata dell’intervento varia da caso a caso e può durare anche molte ore.
  • Il rispetto della funzionalità del bulbo oculare e delle aspettative del paziente relative all’estetica palpebrale e facciale.

Molti interventi chirurgici dell’orbita sono eseguiti con team che consentono di utilizzare una elevata specializzazione fondamentale per le malattie dell’orbita.