I rapporti di contiguità anatomica e le caratteristiche strutturali accomunano l’apparato lacrimale ed il sistema nasale influenzando e condizionando le reciproche patologie.
Per valutare questi rapporti e, programmare e controllare gli interventi sulle vie lacrimali viene utilizzata l’endoscopia nasale.
Si tratta di una procedura diagnostica mini-invasiva utilizzata per esaminare le strutture e le superfici interne della cavità nasale. L’endoscopio nasale è un dispositivo medico composto da un sottile tubo rigido con cavi a fibre ottiche per l’illuminazione. L’endoscopio viene collegato ad una sorgente di luce e una videocamera per proiettare le immagini su un monitor. Queste immagini endoscopiche possono essere esaminate e registrate per la documentazione delle patologie esaminate.
L’’endoscopio permette una visione diretta e dettagliata della anatomia interna delle cavità nasali, vie aeree, centrale e posteriori aspetti del naso e dei seni.
Nonostante questo esame viene normalmente eseguita da medici otorinolaringoiatri (Orecchio Naso Gola), la diagnostica endoscopica viene utilizzata prima e dopo un intervento sulle vie lacrimali
Come si esegue l’endoscopia nasale
Prima dell’esame le cavità nasali vengono preparate con:
1) un decongestionante locale, per provocare la decongestione delle mucose e favorire le manovre con le ottiche aumentando gli spazi.
2) un anestetico locale, che anestetizza temporaneamente il naso e contribuisce a diminuire le probabilità di starnuti dipendenti dalla sensibilità nasale.
La procedura è raramente dolorosa, ma alcuni pazienti possono trovarsi a disagio se la cavità nasale è ristretta per conformazione anatomica , per deviazione del setto nasale o per infiammazione della mucosa nasale.
Tecnologia dell’endoscopia nasale
L’endoscopia nasale può essere utilizzata anche per visualizzare lesioni nasali sospette ed eseguire una biopsia, o per la ricerca e il recupero di oggetti estranei presenti all’interno del naso. Viene utilizzata una vasta gamma di strumenti di alta tecnologia opportunamente progettati con ottiche rigide e flessibili, con il diametro di pochi millimetri, per poter visualizzare anche angoli remoti nell’interno del naso.
La possibilità di collegare l’endoscopio con telecamere ad alta definizione e sistemi video che permettono di visionare le immagini ad ingrandimento elevato ha permesso a questa tecnologia di acquisire un ruolo fondamentale nella diagnostica delle vie lacrimali.
Utilità dell’endoscopia nasale nella valutazione dei pazienti candidati a chirurgia delle vie lacrimali
Fase pre-operatoria dell’endoscopia nasale
In fase pre-operatoria l’endoscopia a fibre ottiche consente di evidenziare alterazioni morfologiche o patologiche, che misconosciute potrebbero complicare o vanificare un intervento sulle vie lacrimali.
In questa fase con l’endoscopia nasale si valutano le caratteristiche dei turbinati inferiore e medio (struttura, ipertrofia, malposizioni) e del setto nasale (deviazioni), patologie infiammatorie o allergiche, anomalie vascolari o tumori.
In altri casi permette di visualizzare la presenza di coloranti utilizzati per confermare il deflusso del sistema lacrimale(test di Jones) o il posizionamento della intubazione di silicone.
Queste situazioni anatomo-funzionali o patologiche, quando valutate preventivamente, possono essere corrette pima o contestualmente all’intervento di dacriocistorinostomia evitando complicanze postoperatorie.
Un’adeguata conoscenza della situazione endonasale consente una corretta programmazione dell’intervento ed un più preciso posizionamento di eventuali stent.
Fase post-operatoria dell’endoscopia nasale
Nel monitoraggio post-operatorio l’endoscopia nasale permette di valutare:
- il risultato dell’intervento con la visualizzazione diretta degli esiti dell’intervento di dacriocistorinostomia e la posizione dello stent;
- la pervietà dell’ostio ed eventuali infiammazioni e/o infezioni dopo l’intervento;
- stenosi dell’ostio e/o aderenze tra setto nasale e turbinato medio che possono influenzare la pervietà del by-pass naso-lacrimale;
- eventuale rimozione sotto guida endoscopica dello stent in silicone.
E’ utile in tutti i casi di fallimento di un intervento di dacriocistorinostomia valutare per via endonasale le cause che lo hanno determinato e le possibilità di rimuoverle per via endoscopica.