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glaucoma: nuova strategia


Nuovo passo avanti nella lotta al glaucoma

Grazie ad una tecnica ora eseguibile anche in Italia e’ possibile agire sui glaucomi resistenti alla terapia oggi utilizzabile. L’intervento si realizza in sala operatoria con una nuova tecnologia che mediante ultrasuoni focalizzati permette di indirizzare un fascio di questi con modalità estremamente precise sul corpo ciliare principale responsabile della eccessiva produzione di umor acqueo (una delle cause del glaucoma)

Il trattamento denominato High Intensity Focused Ultrasuon (HIFU) e’ nato in Francia da circa 10 anni ma è stato perfezionato solo nell’ultimo periodo(www.eyetechcare.com).

COME AGISCONO GLI ULTRASUONI (FIGURA 1)

Si propagano come un’onda acustica, che attraversa i tessuti, senza lesionarli, e trasformandosi in energia tremica (calore) solo nel punto focalizzato, in questo caso i corpi ciliari determinanti nella produzione delll’umor acqueo.

Gli ultrasuoni focalizzati sono già utilizzati nella terapia e cura di alcuni tumori proprio per la capacità di determinare ablazione del solo tessuto tumorale senza lesionare i tessuti vicini.

Al momento per quanto riguarda le malattie oculari il campo di applicazione principale è il glaucoma sia nelle forme refrattarie alla terapia sia in quelle forme di glaucoma dove la terapia medica crea allergie e danni alla superficie oculare (congiuntiva e cornea).

Il trattamento, che può essere ripetuto, al momento è praticabile presso l’Unità di Oculistica delle Suore dell’Addolorata di PISA.

E’ necessaria una visita preliminare per lo studio della malattia glaucomatosa e la programmazione dell’intervento.

per info: f.garzione @ gammamedica.it

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Nuovo passo avanti nella lotta al glaucoma

Grazie ad una tecnica ora eseguibile anche in Italia e’ possibile agire sui glaucomi resistenti a terapia. L’intervento si svolge in sala operatori con un nuovo strumento che per mezzo di ultrasuoni agisce sul corpo ciliare principale responsabile della eccessiva produzione di umor acqueo , causa dell’ipertono oculare che determina la patologia glaucomatosa. Il trattamento denominato High Intensity Focused Ultrasuon (HIFU) e’ nato in Francia (www.eyetechcare.com)

 

 

per info: federicogarzione @ gmail.com

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PERCHE’ LA VITRECTOMIA IN UN PAZIENTE CON EDEMA MACULARE DIABETICO CRONICO

Attualmente il laser rappresenta l’opzione di trattamento primario per edema maculare, pur con i suoi effetti collaterali. Negli ultimi anni le terapie si sono evolute con farmaci iniettati  direttamente nel vitreo e con la vitrectomia mininvasiva che permette in day surgery e in anestesia locale di eseguire agevolmente interventi una volta estremamente complessi.

Ma qual è attualmente il ruolo ed il razionale della vitrectomia nella gestione dell’edema maculare diabetico? 

Da una revisione della letteratura internazionale sono stati sono stati proposti diversi meccanismi per spiegare gli effetti dei vari step di un intervento di vitrectomia mininvasiva

ASPORTAZIONE DEL CORPO VITREO (Fig 1)

Con l’asportazione del corpo vitreo si crea chirurgicamente un distacco di questo tessuto dalla retina determinando la separazione della ialoide posteriore e diminuendo le trazioni antero-posteriori e tangenziali sulla retina. Questa fase chirurgica è molto importante perché permette di rimuovere un tessuto che ha cellule come i fibroblasti, astrociti e macrofagi con notevoli capacità contrattili. La vitrectomia della base del vitreo permette di riattivare i corpi ciliari nella regolazione degli equilibri omeostatici dela retina.

RIMOZIONE DELLA MEMBRANA LIMITANTE INTERNA (FiG 2)

Un’altra fase chirurgica molto rivalutata è la rimozione della membrana limitante interna che oltre a verificare la completa asportazione della ialoide posteriore è necessaria per la presenza negli occhi diabetici di alti livelli di cellule con capacità contrattile. La membrana limitante interna (ILM) è l’interfaccia strutturale tra il vitreo e la retina. Questa struttura, che deriva ed è collegata anatomicamente alle cellule gliali di Müller, funge da barriera protettiva e fornisce la resistenza biomeccanica della retina centrale.(Fig 3 e 4) Questi rapporti si traducono in una serie di funzioni metaboliche dil controllo dell’angiogenesi, di regolazione del flusso ematico e della trasmissione degli stimoli nervosi collegati con le capacità visive della retina.Praticamente ogni malattia della retina è associata con un gliosi reattiva delle cellule di Müller, che, da un lato, sostiene la sopravvivenza dei neuroni della retina, ma, d’altro canto, può accelerare la progressione della degenerazione neuronale. Nel diabete la malattia delle cellule di Muller altera l’omeostasi retinica con lo sviluppo dell’edema diabetico. Il razionale dell’asportazione della membrana limitante interna si riscontra nella rimozione della componente reattiva gliale che peggiora lo status cellulare legato all’aumento della contrattilità della superficie retinica e a una disfunzione retinica degli strati retinici interni. Nella retinopatia diabetica i cambiamento di struttura e di funzione delle cellule di Muller sostengono l’edema maculare per cui il peeling della membrana limitante interna che è parte integrante nella degenerazione di queste cellule permette un miglioramento della vitalità di queste cellule e ad ua migliore ossigenazione delle strutture retiniche.

RIMOZIONE DEI FATTORI DI PERMEABILITA’ PRESENTI NEL VITREO DIABETICO

La vitrectomia si rende necessaria nei diabetici con maculopatia per la presenza nel vitreo di alti livelli di fattori di infiammazione e di permeabilità che quando rimossi determinano un miglioramento della ossigenazione della retina fino a dieci volte rispetto ai valori precedenti come è stato verificato con esami OCT e con la Fluorangiografia Retinica. Queste indagini hanno dimostrato un miglioramento del flusso sanguigno e della sostanze nutritive della regione maculare ed in molti casi un miglioramento, anche se non completo, della vista. In circa il 50%-70 dei casi c’è stato un miglioramento dell’edema della macula sia nella forma diffusa sia nel tipo cistoide.

TRATTAMENTO CONTESTUALE CON TRIAMCINOLONE ACETONIDE NELLA CAVITA’ VITREALE

I cortisonici abbassano il livello tissutale dei mediatori dell’infiammazione con un marcato effetto antiedemigeno, hanno effetto antiapoptosi (morte cellulare) e anche se minore sono efficaci per stabilizzazione vascolare (effetto antiVEGF).

Naturalmente tutti gli eventuali vantaggi della vitrectomia vanno equilibrati con i fattori di rischio quali ipertensione sistemica, scompenso cardiaco, insufficienza renale e ad un razionale controllo metabolico.

I pazienti che non risentono positivamente del trattamento sono gli edemi ischemici e i pazienti con essudati intraretinici.Su questa base è assolutamente necessario uno studio preoperatorio con esame OCT e Fluorangiografia retinica che permetta di valutare il tipo di edema (cistoide o non cistoide), lo stato della limitante interna (ispessita o non ispesita), le condizioni della giunzione IS/OS (integra o frammentata), la omogeneità dello strato EPR-Coriocpillare, lo spessore della coroide, la vascolarizzazione della macula e la presenza di neovasi,essudati intraretinici. Poiché la fotocoagulazione Argon-laser può provocare una diminuzione della sensibilità retinica e del visus per un progressivo allargamento delle cicatrici laser o fibrosi sottoretinica la vitrectomia per gli edemi maculari sta avendo sempre maggiori indicazioni. Naturalmente pur essendo una valida alternativa per gli edemi maculari refrattari si tratta di un intervento complesso non scevro di complicanze e che rappresenta comunque una opzione che va studiata e programmata da chirurghi esperti, in centri specializzati con dotazioni tecnologiche di ultima generazione.

L’INTERVENTO DI VITRECTOMIA MININVASIVA PUO’ ESSERE ESEGUITO PRESSO LA CLINICA DELLE SUORE DELL’ADDOLORATA DI PISA, IN CONVENZIONE IN REGIME DI DAY SURGERY e IN ANESTESIA LOCALE

ATTESA: CIRCA UN MESE

Per informazioni: federicogarzione@gmail.com

                                 www.gammamedica.it

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TRATTAMENTO DELLA CAVITA’ ANOFTALMICA NEI PORTATORI DI PROTESI OCULARE

CASA di CURA

SUORE dell’ADDOLORATA

Presidio Autonomo di Chirurgia Day Surgery ed Ambulatoriale

convenzionato con il SSN

UNITA’ FUNZIONALE di OCULISTICA

Resp. Dott. DARIO SEVERINO

Via Alessandro Manzoni n.13       56125 PISA

Telefono: 050 45075

 

A cura di:

Dott. FEDERICO GARZIONE

 

 

 

 

 

INTERVENTI ESEGUIBILI IN CONVENZIONE CON UNA ATTESA DI CIRCA UN MESE PRESSO LA CASA DI CURA SUORE DELL’ADDOLORATA – VIA MANZONI 13 – PISA

 

 

 

info: federicogarzione@gmail.com

Presso l’Unità Funzionale di Oculistica della Casa di Cura Suore dell’Addolorata di PISA è stato di recente istituito un ambulatorio per tutti i pazienti portatori di protesi oculare.

 

I pazienti che affluiscono a questo ambulatorio sono affetti da anoftalmia causata da diverse patologie o fattori esterni come:

  • Traumi
  • Retinoblastoma
  • Distacco di retina
  • Glaucoma
  • Tumori
  • Radioterapia

 

Il nostro protocollo di cura prevede l’organizzazione di un percorso mirato a seconda delle necessità e delle aspettative del paziente.

Viene esaminata accuratamente e fotografata la cavità e gli annessi per avere un quadro completo dell’evoluzione nel tempo.

Le foto vengono effettuate con e senza protesi oculare al fine di valutare l’eventuale capacità della cavità e appoggio della protesi.

Oltre allo studio completo ed accurato della cavità anoftalmica esaminiamo a fondo l’occhio sano controlaterale seguendo un protocollo preciso:

 

  • Visita oculistica completa
  • Campo Visivo Computerizzato
  • OCT-Tomografia Retinica
  • Topografia corneale
  • Eventuali esami aggiuntivi sulla base delle patologie riscontrate.

 

I controlli vengono effettuati con scadenza semestrale salvo presenza di ulteriori malattie che richiedono controlli più frequenti.

 

Durante l’ispezione della cavità e degli annessi si valuta l’eventualità di effettuare interventi chirurgici finalizzata al miglioramento della gestione, del posizionamento e del comfort della protesi.

 

 

Gli interventi effettuati sono:

  • Blefaroptosi della palpebra superiore

 

Procedura chirurgica utilizzata per eliminare l’eccesso di pelle e grasso sopra gli occhi (blefaroplastica superiore) e migliorare l’apertura della palpebra superio intervenendo sul muscolo elevatore della palpebra.

 

  • Innesto dermo-adiposo

 

Il tessuto dermoadiposo è di norma prelevato dalla regione addominale,dai glutei o dalla parte laterale della coscia dello stesso paziente ed inserito nella cavità anoftalmica. Il derma viene posizionato verso l’esterno ed il grasso verso l’interno dopodiché i quattro muscoli retti vengono suturati in modo da trasmettere il movimento all’innesto. Il limite principale di questa procedura è la riduzione del suo volume nei primi 6 – 12 mesi. L’assorbimento è maggiore se l’innesto viene effettuato come secondo intervento. L’innesto dermoadiposo è preferibile quando i fornici sono poco profondi o quando si è verificata più di una espulsione dell’impianto dall’orbita con conseguenti problemi di tenuta dei tessuti.

 

  • Innesto grassoso con tecnica mininvasiva

Prelievo di grasso da una parte del corpo, in genere addome o interno cosce e trasferimento in un’altra zona al fine di migliorarla nei contenuti e nel volume (bioristrutturazione) La tecnica standard prevede il prelievo del grasso con una cannula molto piccola (3 mm), la centrifugazione (tecnica diColeman) per 3 minuti o la decantazione e successivamente l’innesto nella zona desiderata con una cannula di circa 2mm. L’intervento si può eseguire con il paziente sedato o in anestesia locale per i ritocchi e può dare risultati permanenti. L’innesto grassoso ha una maggiore vitalità e può essere utilizzato a completamento di altre tecniche chirurgiche per modulare il volume e la struttura dei dei tessuti della cavità orbitaria. L’entusiasmo per questa metodica è notevolmente aumentato per il corredo scientifico che conferma la presenza di cellule staminali nelle cellule adipose. Tra queste cellule sono presenti anche precursori delle cellule mesenchimali staminali: uno studio recentemente pubblicato (Crisan M et al : “A perivascular origin for mesenchymal stem cells in multiple human organs” Cell Stem Cell 2008 Sep 11;3(3):301-13 ) indica nei periciti del tessuto adiposo i veri precursori delle cellule mesenchimali staminali.

  • Spacer palpebrale

 

Prelievo della cartilagine auricolare(dietro l’orecchio) per allungare la palpebra inferiore lassa.

 

  • Impianto endoorbitario

 

Impianto di biglie in idrossiapatite (materiale biocompatibile di sintesi molto poroso e facilmente colonizzabile e vascolarizzabile) o PMMA (polimetilmetacrilato) in pazienti che hanno precedentemente subito enucleazione o eviscerazione.

 

 

  • Cantopessia e plastica del fornice inferiore

Attraverso l’intervento di cantopessi è possibile riposizionare l’angolo dell’occhio e ricostituire il fornice inferiore dove viene allocata la parte inferiore della protesi. Questa tecnica è indicata per migliorare la lassità e tonicità della palpebra inferiore, molto spesso compromessa nei pazienti portatori di protesi.

Queste procedure possono essere svolte in regime di day-hospital in anestesia locale con sedazione.

Il recupero alle attività sociali avviene rapidamente nel giro di circa 5-10 giorni.

I risultati sono visibili a partire dalla seconda settimana per il lipofilling o dopo qualche settimana per gli altri interventi.

 

I risultati diventano definitivi a distanza di circa tre mesi.

 

 

 

 

 

 

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laser eccimeri per miopia, ipermetropia ed astigmatismo. Prk perfezionata con aberrometria a soli 1000 euro ad occhio

 

PRK PERFEZIONATA A GAMMA MEDICA CON TECNOLOGIA SCHWIND ESIRIS

 

Il laser ad eccimeri in dotazione a GAMMA MEDICA ESIRIS appartiene alla sesta generazione di apparecchi laser per correggere i difetti di vista. Si tratta di un progetto di alta tecnologia sviluppato in GERMANIA che offre massima sicurezza ed elevato comfort per il paziente. Il laser è dotato ESIRIS di un particolare raggio laser che con una maggiore velocità ed un minor danno termico permette di modellare la cornea con un miglioramento della qualità correzione e riabilitazione più veloce dopo l’intervento.

 

Le caratteristiche principali sono:

 

  • Frequenza di ripetizione dello spot di 200 Hz; questo determina una distribuzione ottimale dell’energia sulla cornea determinando un impatto termico più basso con un livello minimo di una bruciatura della cornea.
  • Dimensioni dello spot laser di 0,8 millimetri; questa peculiarità favorisce una cicatrizzazione più rapida dei tessuti della cornea e della acutezza visiva.
  • Eye tracking velocissimo ( 300 Hz); con questa modalità di “inseguimento” dell’occhio, viene assicurata la centratura del trattamento sulla pupilla anche con il movimento dell’occhio. Questa dotazione garantisce una maggiore sicurezza nella esecuzione del trattamento
  • Maggior rispetto dello spessore e della biomeccanica corneale con profili di ablazione che diminuiscono la profondità del trattamento a parità di risultato. 
  • Superficie più levigata dopo il trattamento ed eliminazione del rischio di opacità dopo PRK.
  • Possibilità di programmare un profilo di ablazione individuale (PRK personalizzata) con notevole miglioramento della qualità della visione compresa la sensibilità al contrasto.
  • Correzione dell’ipermetropia stabile nel tempo con la zona di ablazione fino a 9,00 mm. 


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Nuove tecnologie e metodiche anestesiologiche innovative permettono di eseguire la chirurgia Vitreo-Retinica in poche ore

La Chirurgia Vitreo- Retinica è sempre stata considerata negli anni precedenti una chirurgia invasiva e particolarmente complessa sia per l’elevato rischio chirurgico, sia per la particolare categoria di pazienti che hanno bisogno di essere sottoposti a questo tipo di chirurgia (pazienti anziani con patologie sistemiche multiple e complesse, eventi post traumatici etc.). Inoltre il ricorso a tecniche di anestesia generale era un ulteriore fattore limitante.
Negli ultimi 5 anni c’è stata una vera e propria rivoluzione in questo settore della chirurgia oculistica:

  • la chirurgia mini invasiva si è evoluta fino ad arrivare ad utilizzare cannule di diametro piccolissimo simili a quello di un ago
  • possibilità di eseguire una chirurgia senza punti di sutura
  • materiale mono\uso (disposable) di elevata qualità
  • si utilizzano strumenti per vitrectomia ad elevata velocità di taglio ( 5000/min)
  • allo stesso tempo sono notevolmente migliorati i sistemi di visione, illuminazione e di microscopia.

 

Tutto questo ha permesso di eseguire una chirurgia più sicura ed efficace, in tempi più brevi e con decorso postoperatorio più agevole per il paziente.

Parallelamente si è evoluta la scienza anestesiologica:

  • vengono utilizzati farmaci sedativi ed analgesici estremamente maneggevoli, a brevissima durata d’azione e di scarso impatto metabolico
  • nuove molecole farmacologiche hanno consentito un ricorso sempre minore all’anestesia generale
  • nuove molecole consentono un trattamento più efficace e risolutivo del dolore post operatorio
  • il comfort perioperatorio ed intraoperatorio del paziente è notevolmente migliorato.

In conclusione, le nuove metodiche chirurgiche mininvasive, le innovazioni farmacologiche e le nuove tecniche di sedazione vigile consentono di eseguire interventi più complessi e di più lunga durata anche in pazienti con impegno clinico importante nell’arco di poche ore, permettendo la diminuzione dei tempi di intervento e di permanenza nella struttura.

 

Tutto questo consente all’Oculista di eseguire interventi di particolare complessità come la chirurgia della macula, all’Anestesista di gestire con sicurezza la stabilità dei parametri vitali del paziente ed al paziente una più rapida riabilitazione e ripristino delle attività lavorative e sociali.

Dr. Federico Garzione: Direttore scientifico

 

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Con il laser a femtosecondi interventi di chirurgia refrattiva più sicuri, più veloci e più precisi

Seguendo un consolidato modello di Service in Sanità , GAMMA MEDICA ha acquisito una rivoluzionaria e moderna tecnologia Laser per la correzione dei difetti della vista. Si tratta  di un laser all’avanguardia per la correzione dei difetti refrattivi, ovvero miopia, astigmatismo e ipermetropia.

Questa tecnologia permette di eseguire la cosiddetta Femto Lasik ( intra LASIK o Ilasik) ovvero la tecnica LASIK  eseguita utilizzando il Femtolaser: è la metodica scelta dalla NASA  e dai corpi militari negli Stati Uniti per la sicurezza ed i rirultati che garantisce.

 

Laser a femtosecondiDopo una attenta valutazione preoperatoria, con una nuova  piattaforma laser  i pazienti  possono  sfruttare, per correggere i difetti di vista, due laser  associati con due diverse opzioni: un laser a femtosecondi per la creazione di una sottilissima lamella di cornea (flap)  che viene successivamente sollevata per eseguire il rimodellamento della cornea stessa modificando la forma e la curvatura.

Il flap corneale,  grazie al Femtolaser ha uno spessore di  circa 90 micron, dei quali soltanto 40 micron di stroma, ovvero di tessuto corneale, ed il resto di epitelio (la parte superficiale della cornea): non viene “consumato” inutilmente tessuto corneale, ed è quindi possibile correggere difetti di vista anche elevati mantenendo comunque intatta la resistenza della cornea.

Terminato il trattamento, il flap è riposizionato nella sede iniziale dove aderisce naturalmente in qualche secondo per capillarità, quasi fosse una lente a contatto naturale.

L’intera piattaforma costituisce senza dubbio una attrezzatura all’avanguardia ed consente di effettuare rapidamente e con precisione assoluta  interventi con metodica PRK o LASIK per la correzione dei difetti di vista ed in un prossimo futuro interventi di trapianto di  cornea” .

La fondamentale differenza rispetto alla Lasik tradizionale è che il flap che protegge il trattamento refrattivo non è più scolpito con un sistema meccanico e quindi più traumatico (la lama del microcheratomo), bensì con un nuovo strumento chiamato Femtolaser  (laser a femtosecondi), più preciso e sicuro, che agisce senza nessun rischio né dolore, creando micro bolle di gas che separano i due strati corneali e ne facilitano la successiva aderenza grazie ad un “effetto velcro”.

Il laser a femtosecondi  permette di ottenere risultati eccezionali perché opera ad altissima frequenza e a bassi livelli di energia, permettendo così di effettuare nella cornea tagli di estrema precisione e predicibilità, programmati specificamente per ogni singolo paziente(intervento personalizzato).

Un macchinario vincente per precisione e rapidità

Va sottolineato che questa strumentazione di cui si è dotata  GAMMA MEDICA pone il Centro in una posizione di rilievo per eccellenza tecnologica e qualità delle prestazioni. Si tratta di una tecnologia vincente per precisione, rapidità di tempi di intervento,  elevata qualità operatoria e di assoluta garanzia post-operatoria per il paziente.

La nuova strumentazione,  garantisce un elevatissimo comfort intra e post operatorio che rende questa tecnica ideale per tutti  i pazienti idonei e soprattutto per chi pratica sport , perché garantisce minima invasività, massimo risparmio dei tessuti sani e notevole soddisfazione dei pazienti.

In sostanza mentre negli anni passati la chirurgia refrattiva veniva effettuata con il solo  laser ad eccimeri con l’utilizzo preliminare del microcheratomo oggi  utilizzando due laser in una unica piattaforma,  siamo di fronte ad una nuova rivoluzione per cui si  può affermare  che oggi  si può eseguire l’intero intervento con il laser.


I controlli dopo l’intervento

Anche se si tratta di un intervento estremamente sicuro è  importante che il paziente si sottoponga ai controlli oculistici con la scadenza prefissata dal medico; questi controlli sono assolutamente necessari per monitorizzare il decorso postoperatorio. La negligenza nell’eseguire  la terapia postoperatoria ed i controlli prescritti può influenzare il risultato finale ed essere causa di complicanze.


Il futuro

Certamente nei prossimi anni  si potrà utilizzare il solo laser a femtosecondi con nuove e promettenti tecniche che al momento sono ancora oggetto di studio e di ricerca.

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Lenti a contatto e cosmetici: 10 regole da seguire

lenti-a-contatto-truccoLe precauzioni, legate soprattutto al make up, sono importanti per prevenire infiammazioni e malattie oculari ed in qualche caso anche infezioni delle vie lacrimali. Alcuni consigli utili anche per chi non è portatore di lenti a contatto

a cura del Servizio di Dermocosmetologia di Gamma Medica
Le attuali lenti a contatto sono così confortevoli ed economiche da essere ampiamente utilizzate, in special modo dalle donne, che sono spinte soprattutto dalle motivazioni estetiche.

Tuttavia, quasi nessuna rinuncia al make-up, spesso senza conoscere alcune precauzioni che è bene adottare, per evitare fastidiose complicazioni senza compromettere i risultati. Se la lente viene a contatto con le sostanze contenute nei prodotti cosmetici, i risultati possono essere imprevedibili; si rischiano irritazioni, reazioni allergiche, infezioni anche gravi, oltre ai possibili danni alla lente.

Innanzitutto, è importante ricordare che la lente va inserita prima dell’applicazione dei vari cosmetici per avere una visione più chiara e per non trasferire tracce di sostanze che che possono inquinare la lente a contatto. Viceversa, l’applicazione delle lenti dopo il trucco può causare lacrimazione, che solubilizza il make-up e convoglia parte di esso nell’interspazio tra lente e congiuntiva e verso i puntini lacrimali.

Altrettanto importante è togliere sempre le lenti prima di struccarsi, poiché durante queste operazioni, il trucco può colare nell’occhio e quindi sulla lente, causando irritazione ed infiammazioni della congiuntiva.

Esistono prodotti specifici per portatori di lenti a contatto ed “occhi sensibili”, sicuri come quelli di buona qualità, in quanto ipoallergici, anche se per una scelta giusta bisogna osservare alcune precauzioni:

  1. evitare prodotti troppo grassi (waterproof) perché lasciano maggiori residui sulle lenti e tendono ad ostruire il canalino lacrimale;
  2. evitare di applicare i cosmetici sul bordo palpebrale (soprattutto inferiore);
  3. controllare le indicazioni sul tempo di sicurezza dei cosmetici dopo l’apertura (PAO);
  4. sostituire, dopo un episodio di congiuntivite batterica, il rimmel (o mascara) con una nuova confezione, indipendentemente dallo stato di conservazione;
  5. ricordare che il mascara dopo qualche ora dall’applicazione sulle ciglia si asciuga e tende a sgretolarsi e i frammenti che eventualmente raggiungono il sacco congiuntivale possono posizionarsi sotto la lente ed irritare l’occhio. E’ importante quindi applicare un prodotto idrosolubile in quantità limitata;
  6. preferire, per ombretti e ciprie, le polveri pressate o compatte che non si disperdono nell’aria e quindi sulla lacrima, durante l’applicazione.
  7. evitare gli ombretti ad effetto perlescente “a grana grossa”, poiché i microgranuli possono essere molto irritanti e costituire “corpo estraneo”;
  8. disegnare l’effetto “eye-line” (non sul bordo interno delle palpebre) con prodotti non troppo liquidi ed è sempre meglio utilizzare matite morbide. La scelta opportuna di questo prodotto può essere in relazione concausale con le blefariti e la formazione di orzaioli;
  9. utilizzare i prodotti per capelli “a spruzzo” (lacca e siliconici) prima di indossare le lenti e con estrema cautela, avendo cura di chiudere bene gli occhi e mantenerli chiusi per qualche istante anche dopo il termine dell’erogazione, poiché si tratta di sostanze volatili dannose a lenta deposizione che possono creare abrasioni corneali o cheratiti. Per la stessa ragione è bene non indossare le lenti quando si utilizzano lozioni, spesso alcooliche, o quando ci si sottopone a tintura dei capelli;
  10. utilizzare emulsioni gel per il contorno occhi da applicare solo di giorno, poiché durante la notte possono colare all’interno.

 

Una volta rimosse le lenti a contatto, sempre meglio utilizzare sapone a pH fisiologico sia per il viso, sia per le mani e mai prodotti struccanti contenenti soluzioni alcooliche. Il consiglio dell’oculista: per pulire le palpebre utilizzare apposite salviettine monouso , utili anche per i non portatori di lenti a contatto, studiate per l’igiene palpebrale anche a base di prodotti naturali quali Ananas ed Echinacea , molto indicate anche per gli occhi sensibili poiché consentono una buona pulizia con azione decongestionante e lenitiva.

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La presenza dell’Anestesista durante l’intervento per cataratta: sicurezza e qualità

La presenza dell’Anestesista durante l’intervento per cataratta garantisce la possibilità di un monitoraggio delle funzioni vitali eseguito con competenza e professionalità, nonché una migliore sopportazione della tecnica chirurgica e una significativa riduzione delle complicanze intraoperatorie.

In linea con una tendenza ormai da tempo consolidata in altri paesi, europei e non, anche in Italia stiamo assistendo ad un crescente impiego della chirurgia della cataratta eseguita in regime alternativo al ricovero ospedaliero tradizionale. Questo è evidentemente anche il riflesso di innovazioni tecnologiche che hanno reso possibile l’esecuzione dell’intervento riducendone al minimo l’invasività e rendendolo eseguibile nella gran parte dei casi in anestesia locale o topica. Infatti, si tratta di una microchirurgia che, anche se spesso altamente sofisticata, risulta in genere di breve durata, eseguita ormai nella gran parte in anestesia locoregionale o topica e con minimi risentimenti sistemici data la particolare natura ed ubicazione del bulbo oculare. Nonostante la microchirurgia abbia fatto passi da gigante, le manovre chirurgiche possono scatenare una serie di riflessi, detti vagali, con importanti ripercussioni sul sistema cardiovascolare e respiratorio. Compito dell’Anestesista è quindi quello di prevenire (o comunque farvi fronte tempestivamente, con elevata competenza), eventi avversi. L’Anestesista si occupa del monitoraggio completo e costante di tutte le funzioni vitali del paziente.

 

La sedazione perioperatoria: garanzia di qualità Durante la mia esperienza pluri decennale in chirurgia oculistica, ho avuto modo di appurare che una sedazione, seppur blanda, del paziente, rende la tecnica chirurgica più gradevole. La presenza dell’Anestesista assicura tecniche di sedazione ormai indispensabili per rendere più confortevole l’intervento.

 

Alta significatività della visita anestesiologica pre intervento: La maggioranza dei pazienti che si sottopongono a chirurgia della cataratta sono anziani, affetti da patologie concomitanti di altri organi ed apparati che ne complicano la condizione clinica. L’Anestesista è in grado di raccogliere informazioni importanti prima dell’intervento e mediante l’effettuazione di esami di sangue e accertamenti diagnostici, riesce a quantificare il rischio operatorio del paziente ed eventualmente a stabilire una terapia preparatoria all’intervento stesso. Il paziente è quindi preparato all’intervento nelle migliori condizioni possibili.

 

Il post operatorio: anestesista ulteriore garanzia di sicurezza L’Anestesista, dopo l’intervento, si occupa della sorveglianza (insieme all’infermiere) e della dimissione del paziente, che avviene di concerto con lo specialista Oculista; l’elevata specializzazione dell’Anestesista nel monitorare le funzioni vitali costituisce ulteriore garanzia di qualità e sicurezza. Tutte le società scientifiche (SOI, AAROI, SIAARTI etc.) ritengono necessaria la presenza dell’Anestesista durante l’intervento per cataratta. Studi scientifici comparati mettono in evidenza che la presenza dell’Anestesista dimezza la frequenza delle complicanze intraoperatorie legate all’intervento.

 

Prof. Federico Garzione
Specialista in Clinica Oculistica e Chirurgia Plastica
Direttore Scientifico Gamma Maedica

 

Dr. Alberto Leone
Anestesista Responsabile Chirurgia Degenza Breve
Ospedale S.Carlo di Nancy – Roma