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PERCHE’ LA VITRECTOMIA IN UN PAZIENTE CON EDEMA MACULARE DIABETICO CRONICO

Attualmente il laser rappresenta l’opzione di trattamento primario per edema maculare, pur con i suoi effetti collaterali. Negli ultimi anni le terapie si sono evolute con farmaci iniettati  direttamente nel vitreo e con la vitrectomia mininvasiva che permette in day surgery e in anestesia locale di eseguire agevolmente interventi una volta estremamente complessi.

Ma qual è attualmente il ruolo ed il razionale della vitrectomia nella gestione dell’edema maculare diabetico? 

Da una revisione della letteratura internazionale sono stati sono stati proposti diversi meccanismi per spiegare gli effetti dei vari step di un intervento di vitrectomia mininvasiva

ASPORTAZIONE DEL CORPO VITREO (Fig 1)

Con l’asportazione del corpo vitreo si crea chirurgicamente un distacco di questo tessuto dalla retina determinando la separazione della ialoide posteriore e diminuendo le trazioni antero-posteriori e tangenziali sulla retina. Questa fase chirurgica è molto importante perché permette di rimuovere un tessuto che ha cellule come i fibroblasti, astrociti e macrofagi con notevoli capacità contrattili. La vitrectomia della base del vitreo permette di riattivare i corpi ciliari nella regolazione degli equilibri omeostatici dela retina.

RIMOZIONE DELLA MEMBRANA LIMITANTE INTERNA (FiG 2)

Un’altra fase chirurgica molto rivalutata è la rimozione della membrana limitante interna che oltre a verificare la completa asportazione della ialoide posteriore è necessaria per la presenza negli occhi diabetici di alti livelli di cellule con capacità contrattile. La membrana limitante interna (ILM) è l’interfaccia strutturale tra il vitreo e la retina. Questa struttura, che deriva ed è collegata anatomicamente alle cellule gliali di Müller, funge da barriera protettiva e fornisce la resistenza biomeccanica della retina centrale.(Fig 3 e 4) Questi rapporti si traducono in una serie di funzioni metaboliche dil controllo dell’angiogenesi, di regolazione del flusso ematico e della trasmissione degli stimoli nervosi collegati con le capacità visive della retina.Praticamente ogni malattia della retina è associata con un gliosi reattiva delle cellule di Müller, che, da un lato, sostiene la sopravvivenza dei neuroni della retina, ma, d’altro canto, può accelerare la progressione della degenerazione neuronale. Nel diabete la malattia delle cellule di Muller altera l’omeostasi retinica con lo sviluppo dell’edema diabetico. Il razionale dell’asportazione della membrana limitante interna si riscontra nella rimozione della componente reattiva gliale che peggiora lo status cellulare legato all’aumento della contrattilità della superficie retinica e a una disfunzione retinica degli strati retinici interni. Nella retinopatia diabetica i cambiamento di struttura e di funzione delle cellule di Muller sostengono l’edema maculare per cui il peeling della membrana limitante interna che è parte integrante nella degenerazione di queste cellule permette un miglioramento della vitalità di queste cellule e ad ua migliore ossigenazione delle strutture retiniche.

RIMOZIONE DEI FATTORI DI PERMEABILITA’ PRESENTI NEL VITREO DIABETICO

La vitrectomia si rende necessaria nei diabetici con maculopatia per la presenza nel vitreo di alti livelli di fattori di infiammazione e di permeabilità che quando rimossi determinano un miglioramento della ossigenazione della retina fino a dieci volte rispetto ai valori precedenti come è stato verificato con esami OCT e con la Fluorangiografia Retinica. Queste indagini hanno dimostrato un miglioramento del flusso sanguigno e della sostanze nutritive della regione maculare ed in molti casi un miglioramento, anche se non completo, della vista. In circa il 50%-70 dei casi c’è stato un miglioramento dell’edema della macula sia nella forma diffusa sia nel tipo cistoide.

TRATTAMENTO CONTESTUALE CON TRIAMCINOLONE ACETONIDE NELLA CAVITA’ VITREALE

I cortisonici abbassano il livello tissutale dei mediatori dell’infiammazione con un marcato effetto antiedemigeno, hanno effetto antiapoptosi (morte cellulare) e anche se minore sono efficaci per stabilizzazione vascolare (effetto antiVEGF).

Naturalmente tutti gli eventuali vantaggi della vitrectomia vanno equilibrati con i fattori di rischio quali ipertensione sistemica, scompenso cardiaco, insufficienza renale e ad un razionale controllo metabolico.

I pazienti che non risentono positivamente del trattamento sono gli edemi ischemici e i pazienti con essudati intraretinici.Su questa base è assolutamente necessario uno studio preoperatorio con esame OCT e Fluorangiografia retinica che permetta di valutare il tipo di edema (cistoide o non cistoide), lo stato della limitante interna (ispessita o non ispesita), le condizioni della giunzione IS/OS (integra o frammentata), la omogeneità dello strato EPR-Coriocpillare, lo spessore della coroide, la vascolarizzazione della macula e la presenza di neovasi,essudati intraretinici. Poiché la fotocoagulazione Argon-laser può provocare una diminuzione della sensibilità retinica e del visus per un progressivo allargamento delle cicatrici laser o fibrosi sottoretinica la vitrectomia per gli edemi maculari sta avendo sempre maggiori indicazioni. Naturalmente pur essendo una valida alternativa per gli edemi maculari refrattari si tratta di un intervento complesso non scevro di complicanze e che rappresenta comunque una opzione che va studiata e programmata da chirurghi esperti, in centri specializzati con dotazioni tecnologiche di ultima generazione.

L’INTERVENTO DI VITRECTOMIA MININVASIVA PUO’ ESSERE ESEGUITO PRESSO LA CLINICA DELLE SUORE DELL’ADDOLORATA DI PISA, IN CONVENZIONE IN REGIME DI DAY SURGERY e IN ANESTESIA LOCALE

ATTESA: CIRCA UN MESE

Per informazioni: federicogarzione@gmail.com

                                 www.gammamedica.it

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