L’innesto grassoso: una tecnica per migliorare le problematiche di protesi oculari

 

 

In tutti i portatori di protesi oculare si realizzano nel tempo una serie di problematiche che derivano da un deficit di volume dei tessuti dell’orbita che circondano l’impianto presente nella cavità orbitaria dopo eviscerazione o enucleazione. Si tratta della combinazione di sintomi che diventano sempre più ingravescenti nel tempo e sono molto più accentuati nei pazienti che non hanno un impianto a modulare la stabilità della protesi oculare.

Le caratteristiche principali della sindrome della cavità anoftalmica protesizzata:

La sindrome post enucleazione (PESS Post Enucleation Socket Syndrome) presenta questi sintomi (FIG.1):

 1. Perdita di volume dell’orbita  2. Deformazione e approfondimento del solco orbito palpebrale  3. Ptosi della palpebra superiore 4. Lassità della palpebra inferiore 5.Invecchiamento della regione perioculare.
Dopo enucleazione, i tessuti dell’orbita che precedentemente erano funzionali alla vitalità del globo oculare tendono a ridursi e ad atrofizzarsi ed in molti casi non permettono di indossare la protesi.Questa atrofia è più evidente in alcune persone rispetto ad altre e si realizza soprattutto durante i primi due anni accentuandosi successivamente con l’invecchiamento. 

I tessuti residui dell’orbita si dislocano verso il basso, la palpebra superiore perde il suo sostegno e si abbassa sulla protesi determinando una ptosi palpebrale.  In realtà si tratta di una pseudo-ptosi accompagnata da una aumentata profondità del solco presente tra la palpebra superiore e la cornice orbitaria superiore (solco orbito palpebrale). Nel corso del tempo, la perdita di volume orbitale provoca una inclinazione della protesi con difficoltà nella stabilità e infiammazione cronica della cavità. Si crea di fatto un vero e proprio infossamento del globo oculare nell’orbita (enoftalmo) che peggiora le condizioni di stabilita’ della protesi.

Queste problematiche possono essere oggi affrontate e migliorate con una nuova tecnica: l’innesto grassoso.  Si tratta di una nuova procedura chirurgica minimamente invasiva che consiste nell’innestare il grasso aspirato da zone corpo umano come addome, glutei, interno cosce etc nella cavità orbitaria anoftalmica (FIG 2). Questa chirurgia viene eseguita in anestesia locale con una leggera sedazione, in day surgery con una ripresa dell’attività lavorativa già dal giorno successivo all’intervento. Si può mantenere la protesi precedentemente indossata e soprattutto i risultati sono subito evidenti a partire dalla riduzione dell’infossamento e della profondità del solco orbito palpebrale (FIG. 3).

La vera rivoluzione apportata da questa tecnica è stata la scoperta della presenza nel grasso di cellule staminali che hanno la possibilità di svilupparsi e differenziarsi sia con la produzione di altre cellule adipose sia con lo sviluppo di altre linee cellulari. Tutto questo determina,quindi, oltre un miglioramento estetico anche una vera e propria ristrutturazione dei tessuti dell’orbita. La procedura va ripetuta nel tempo ma dipende dalle condizioni dell’orbita anoftalmica con variazioni caso per caso. L’intervento di innesto grassoso può essere eseguito in convenzione dal dr Garzione con una attesa di circa 30 giorni, in day surgery, in anestesia locale con sedazione presso la Casa di Cura Suore dell’Addolorata (www.studiooculisticoseverino.it).

 

Per info: federicogarzione@gmail.com


FIG 1 SINDROME POST ENUCLEAZIONE  
FIG 2 INIEZIONE DI GRASSO IN CAVITA’ ORBITARIA

 

 

 

FIG.3   PRIMA E DOPO 
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